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Un modello territoriale sostenibile tra tutela, sviluppo e integrazione
Il ruolo della frutticoltura a tutela del territorio e del paesaggio: ne discutono oggi esperti di Architettura del Paesaggio, Agricoltura, Economia e Politiche Internazionali.
Ospite d’eccezione, l’architetto e urbanista Stefano Boeri.
Trento, 18 febbraio 2021 – Nel modello trentino di Sostenibilità cresce l’attenzione per la tutela del paesaggio come tassello vitale di completamento di un progetto circolare in cui si integrano economie di scala, tecniche agricole, rispetto delle comunità locali. Ecco perché su questo tema si confrontano qualificati esperti europei, per riflettere sull’importanza di un’azione equilibrata tra obiettivi di sviluppo economico, tutela ambientale e domanda di qualità e garanzia da parte dei cittadini, che confluiscono nel concetto di “sostenibilità” oggi al centro delle politiche europee ed internazionali.
In una visione moderna la “tutela” del paesaggio assume significato nuovo se riesce a superare i limiti di un concetto statico e conservativo, per diventare una tutela dinamica, specchio della salute e della vitalità di un territorio, espressione della cura dell’uomo verso la natura, dentro la quale si collocano frutteti, boschi e villaggi, per divenire infine chiave di sviluppo economico.
La Frutticoltura trentina, attraverso APOT ed i Consorzi Melinda e “la Trentina”, organizza questo incontro per invitare a ragionare, proponendo una visuale diversa, originale ma attuale, che partendo dal paesaggio ed i valori che esso intercetta e con l’attenzione che merita, arriva ad un obiettivo economico, a cui nessun sistema produttivo può rinunciare.
Il progetto di discussione parte dalle valli agricole trentine vocate alla produzione di mele, che già da anni sono oggetto di uno dei progetti di analisi e di studio a tema Sostenibilità più importanti in Italia.
In merito, dal 2016 viene pubblicato periodicamente il “Bilancio di Sostenibilità”, – di cui una parte sarà presentato e commentato nell’incontro di oggi da Roberto Della Casa, docente universitario ed esperto di agroeconomia, affiancato da Alessandro Dalpiaz, direttore APOT – Associazione Produttori Ortofrutticoli Trentini – ente promotore di questo evento.
Il “Bilancio di Sostenibilità” è una attenta raccolta di dati che mette in evidenza il ruolo cardine della frutticoltura trentina dal punto di vista della qualità ambientale, delle implicazioni occupazionali e sociali e delle ricadute in termini economici diretti ed indiretti per le aziende frutticole ed il territorio.
“Su questi ambiti – dichiara Roberto Della Casa, docente universitario ed esperto di agroeconomia – La filiera della frutticoltura trentina sta proseguendo il processo di sviluppo in ottica di sostenibilità, processo sistematizzato a partire dal 2016 all’interno del Progetto Trentino Frutticolo Sostenibile. Questa seconda edizione del Bilancio di Sostenibilità evidenzia ulteriori miglioramenti degli indicatori riferiti agli aspetti ambientali della frutticoltura trentina e constata che, nell’ambito del sistema territoriale trentino, la melicoltura alimenta un distretto che è in grado di produrre un valore economico per l’indotto diretto pari ad oltre la metà di quello generato dalla commercializzazione del prodotto coinvolgendo oltre 500 imprese nel territorio. Inoltre, negli ambiti d’elezione della coltura, come ad esempio le Valli del Noce, il distretto e il suo indotto diretto locale alimentano un’occupazione in termini di indotto indiretto di oltre 2.000 addetti, il doppio di quelli generati dall’indotto diretto nel territorio”.
Grazie alla disponibilità dei produttori e agli studi portati avanti da istituti di ricerca riconosciuti a livello mondiale, APOT ha già al suo attivo molte iniziative che puntano verso la multifunzionalità del territorio, l’interconnessione tra aree come boschi, prati, ambienti urbanizzati, frutteti.
“Un convegno sull’importanza del paesaggio e le connessioni con l’economia agricola include un certo grado di azzardo, ma giunti al quinto appuntamento convegnistico abbiamo ritenuto utile proseguire, sulla scia di quanto già fatto nel passato, per richiamare da un lato l’attenzione dei frutticoltori sulla ormai ineludibile necessità di ampliare lo sguardo al contesto che circonda le aziende ed i frutteti e dall’altro per offrire alla collettività una visuale inconsueta, ma moderna e stimolante, del ruolo che la frutticoltura può giocare per il territorio – sottolinea Alessandro Dalpiaz, direttore di APOT – Un esercizio che abbiamo voluto fare con testimonial di profilo internazionale, in grado di accompagnare l’ascoltatore verso risvolti meno immediati ed intuitivi del paesaggio e delle sue implicazioni economiche, attraverso le esperienze di chi vive per professione l’evoluzione della domanda di salubrità, qualità di vita ed ambiente della collettività dei cittadini nel mondo. Innovare è fondamentale, e questo convegno invita a pensare in maniera innovativa e ad accompagnare verso la sostenibilità con la necessaria sensibilità”.
Ospite d’eccezione, invitato ad offrire una sua personale e professionale testimonianza su questo connubio tra paesaggio ed economia del territorio, nell’ottica della Sostenibilità quale fil rouge oggi imprescindibile, ci sarà l’architetto e urbanista Stefano Boeri, professore Ordinario al Politecnico di Milano e Visiting Professor in diverse Università internazionali. La sua sensibilità e attenzione al rapporto tra città e natura lo ha portato nel 2014 all’ideazione del Bosco Verticale di Milano, il primo esempio di edificio residenziale sostenibile, con facciate ricoperte da 800 alberi e oltre 20.000 piante.
Il parterre dei relatori dell’incontro di oggi è tra i più qualificati a livello europeo. A partire da Stephan Weist , dal 2018 presidente di Freshfel, Category manager del settore frutta e verdura di REWE Germany, e Kristian Moeller, Amministratore Delegato di Global GAP, società che valuta e certifica oggi la qualità del lavoro degli agricoltori di oltre 200.000 aziende nel mondo, il quale afferma: “Qualsiasi standard volontario privato come GLOBALG.A.P. può sostenere e integrare le iniziative regionali quando entrambi si allineano per ridurre eventuali duplicazioni per le parti che adottano pratiche sostenibili. Apprezziamo molto l’iniziativa dei distretti Trentino e Val di Non e faremo la nostra parte per rendere un partenariato pubblico-privato un successo per la popolazione locale”.
Significativa la presenza di Celine Keidel, della Direzione Generale Agricoltura e Sviluppo Rurale della Commissione Europea, team leader per l’analisi di mercato per frutta e verdura nell’unità che si occupa di monitoraggio del mercato e misure settoriali per vino, liquori e prodotti orticoli, che ha sottolineato: “Con l’adozione della strategia Farm-to-Fork c’è molto lavoro davanti a noi. Tutti gli attori della catena di approvvigionamento alimentare dovranno avanzare di pari passo per arrivarci. L’agenda è ambiziosa, ma lo dobbiamo alle generazioni future e iniziare senza indugio puntando in alto”.
Dal fronte italiano, hanno accettato di portare il loro qualificato contributo Stefano Vaccari, Direttore Generale del CREA – Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria e Giuseppe Blasi, Direttore Generale del Dipartimento per le Politiche Europee ed Internazionali e dello Sviluppo Rurale del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali.
A conclusione del dibattito, non poteva mancare infine la voce politica e autorevole di Herbert Dorfmann, dal 2009 membro del Parlamento Europeo e correlatore per la strategia Farm to Fork, rieletto per altri due mandati nel 2014 e 2019, che ha accolto con favore questa iniziativa, commentando:
“Il paesaggio è una espressione del territorio, il territorio è sempre più un valore richiesto e valutato dai consumatori. Di fatto quindi, avere un paesaggio ben tenuto e coinvolgente (Dolomiti patrimonio Unesco) può dare valore al prodotto e contribuire alla sostenibilità del sistema. Credo quindi che sia fondamentale anche per un settore intensivo come quello della frutticoltura essere coscienti di questo fatto e cercare di arrivare ad un equilibrio fra la necessita di coltivare e al contempo di mantenere una certa armonia paesaggistica. Visto che la sostenibilità è il centro della strategia Farm to Fork, i sistemi produttivi attenti anche all’ambiente, al territorio e al paesaggio devono essere riconosciuti e tenuti in considerazione nelle nostre scelte future. Questi sistemi devono essere tutelati e premiati. Dobbiamo inoltre impegnarci per garantire la disponibilità di tutti i mezzi di produzione e favorire una veloce evoluzione tecnologica. Questo deve avvenire anche lavorando su nuovi prodotti fitosanitari e piante resistenti alle malattie. Le strategie della F2F dovranno essere quindi attuate con gradualità e progressività, valutando di volta in volta i risultati raggiunti, i possibili problemi e gli interventi correttivi se necessari. Solo cosi aiuteremo i nostri agricoltori e i nostri consumatori e garantiremo un futuro all’agricoltura europea”.
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Apot rappresenta i consorzi “Melinda”, “La Trentina”, e la Cooperativa Copag, con 4.789 soci produttori con 8.130 ettari di meleti, attraverso un sistema che occupa negli stabilimenti 1.400 lavoratori.
Ufficio Stampa APOT | Soluzione Group srl Laura Bresciani | bresciani@soluzionegroup.com ph. + 39 347 0400858