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Trento, 20 gennaio 2017 – “TRENTINO SOSTENIBILE. IL FUTURO DIVENTA PRESENTE” è il titolo del Convegno che ha avuto luogo ieri pomeriggio al Teatro Sociale di Trento, organizzato da APOT – Associazione dei Produttori Ortofrutticoli Trentini.
Focus dell’importante evento, a cui ha partecipato un’ampia platea di pubblico, è stata la presentazione in anteprima del primo bilancio di sostenibilità, un lavoro che riassume i risultati ottenuti dalle numerose iniziative e progetti messi in atto nell’ottica della tutela dell’ambiente e del territorio, della salvaguardia della salute ma anche della necessaria ricaduta economica, frutto del lavoro coeso e organizzato di enti pubblici, associazioni di categoria, cooperative agricole e produttori.
Alessandro Dalpiaz, direttore APOT e Assomela e Roberto Della Casa, docente universitario, titolare della società di ricerche Agroter hanno illustrato i dati di sintesi della ricerca che hanno curato. A seguire, con la regia del giornalista Roberto Rasia dal Polo, si è aperto un tavolo di confronto e commento sul tema, cui hanno preso parte: Andrea Segrè, Presidente FEM – Fondazione Edmund Mach, Paolo Bordon, Direttore Generale Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari, Gabriele Calliari, Presidente Coldiretti del Trentino, Donatello Sandroni, giornalista e agronomo, Bruno Lutterotti, Presidente CAVIT e Patrizio Roversi, noto conduttore di RAI – Linea Verde. A concludere i lavori è intervenuto Ugo Rossi, Presidente della Provincia Autonoma di Trento.
E’ stato un incontro di conoscenza e di aggiornamento fortemente voluto da Apot e dalle diverse organizzazioni coinvolte, con la finalità di condividere e rendere tangibile l’impegno profuso da tutti gli addetti della filiera nel perseguire il benessere dell’ambiente e dell’intera collettività e che continuerà con convinzione nell’ambito del Progetto Trentino Frutticolo Sostenibile.
Ennio Magnani, presidente APOT, ha aperto il Convegno: “Questa iniziativa è stata voluta per presentare un primo bilancio di sostenibilità, arricchito da risultati frutto diretto dello sforzo dei frutticoltori, ma anche di fatti che possono arricchire la conoscenza di ogni cittadino sulle molte sfaccettature del tema, ampio e delicato, della salute, della vivibilità del territorio, della qualità dell’ambiente ma anche di una sostenibilità economica che deve essere salvaguardata. Tutto questo in una logica ampia e forte di “sistema” tra Frutticoltori, Enti di Ricerca, Istituzioni e Cittadini”.
La frutticoltura trentina si pone all’avanguardia nel panorama internazionale in termini di tecniche produttive e qualità dei prodotti, anche grazie al profondo lavoro di analisi e di ricerca impiegato al fine di ridurre l’impatto dell’attività agricola sull’ambiente da una parte e sulla salute degli agricoltori e dei cittadini dall’altra.
“Il 78% degli italiani considera l’agricoltura e gli agricoltori trentini “rispettosi o molto rispettosi” dell’ambiente. Per gli italiani, il Trentino, insieme all’Alto Adige è la Regione migliore da questo punto di vista – ha sottolineato in merito Roberto Della Casa, docente universitario e titolare della società di ricerche Agroter, che guida del comitato di coordinamento del progetto. “Parimenti, il 77% della popolazione trentina considera molto rispettosa e rispettosa la propria agricoltura, dato che emerge dalle ricerche demoscopiche che abbiamo condotto su un campione rappresentativo della popolazione italiana e di quella trentina”.
Non tutti oggi sanno che negli ultimi 14 anni in Trentino sono state condotte 13.769 analisi su campioni di mele ricercando oltre 2.260.000 sostanze attive con un tasso di non conformità media dello 0,57%, con un impegno che è quasi 10 volte superiore di quello richiesto dalle regole base di certificazione. Nel 2016, inoltre, sono stati eseguiti 7.181 controlli presso le aziende per sincerarsi delle corrette applicazioni della lotta integrata, con solo un 2% di non conformità rilevata e sanzionata.
In una visione di sostenibilità sono molte le iniziative del territorio di questi anni, come l’uso di energia rinnovabile al 100%, che oggi permette al sistema frutticolo trentino di abbassare la propria impronta carbonica – l’utilizzo energetico in fase di produzione di kg di mele – che è, per inciso, tra i più bassi al mondo. In questo ambito, un esempio tangibile di impegno verso un’agricoltura sostenibile è costituito dalle celle ipogee di Melinda, speciali grotte atte alla conservazione delle mele, che dovrebbero permettere un risparmio energetico rispetto all’epigeo pari ad oltre il 50% per ogni kg di mele conservato su un orizzonte di 10 anni.
Anche la produzione di energia solare tramite pannelli fotovoltaici – oggi corrisponde al consumo di 7.000 famiglie all’anno – è tra i punti fermi sostenuti dal sistema Trentino nell’ottica sostenibile. Ma non solo, grazie a nuovi impianti d’irrigazione oggi si risparmia un quantitativo d’acqua corrispondente al consumo annuo di 167.000 cittadini trentini.
Sul fronte della salute infine, con un continuo monitoraggio, si stanno privilegiando sempre più l’uso di tecniche agricole e prodotti a basso impatto con il 100% dei protocolli tra integrato e biologico. Nello specifico il 63% di tutti i trattamenti usati in frutticoltura sono permessi dall’agricoltura biologica.
Come ribadito più volte durante l’incontro, tutto questo proseguirà su orizzonti di lavoro ampliati alla biodiversità e attenzione crescente al Biologico.
“E’ possibile favorire un dialogo migliore con le comunità trentine, sia con chi consuma che con chi vive nei territori di produzione, per spiegarsi e forse condividere qualche tratto di un percorso verso una migliore convivenza? – chiede Alessandro Dalpiaz, direttore APOT – “Ci siamo spesso interrogati su questi aspetti ed il convengo di oggi è stato un primo tentativo di risposta. Se questa formula sarà apprezzata potremo pensare ad altri momenti di confronto, con il contributo di esperti ed altre componenti della società civile, contando magari anche sulla componente dei cittadini, dei consumatori e su quella sensibilità femminile che spesso vede e vive i problemi da angolature diverse ma necessarie ed utili”.
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Apot rappresenta i consorzi “Melinda”, “La Trentina” e “Valli Trentine”, con 6.294 soci produttori in 8.961 ettari di meleti, attraverso un sistema che occupa negli stabilimenti 1.400 lavoratori.
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